In questo libro viene spiegata molto bene la situazione di una città come Miami,città in cui convivono molte e diverse etnie,tutte molto attente a mantenere i propri usi e costumi,forse perché immigrati da poco,al massimo mezzo secolo.
Etnie sempre pronte a ad usare termini spregiativi,o addirittura di odio,verso gli altri.
E poi ci si meraviglia della mancanza di integrazione di quasi tutti i nostri attuali immigrati,ma si tende a dimenticare,o peggio a non sapere,che normalmente chi emigra,per bisogno,o per disperazione,obbligatoriamente fa parte della fascia bassa e meno acculturata;se non ci si crede basta provare ad analizzare le varie Little Italy sparse per il mondo,luoghi dove i cognomi originari hanno addirittura subito dei mutamenti,non espressamente voluti dagli interessati,solo perché durante lo spelling il cognome veniva pronunciato in dialetto,ovviamente perché questa massa di diseredati,quasi totalmente, non conosceva l'italiano,sia scritto,sia parlato.
Tom Wolfe in questo libro oltre che narrare,superbamente, di queste realtà dimostra anche da quante angolazioni diverse si può interpretare lo stesso fatto.
Il protagonista principale di questo libro è un giovane poliziotto,Nestor Camacho,con genitori cubani,che solo facendo il suo dovere viene,in modo diverso,capito,infatti se per gli americani è un eroe,per i suoi,i cubani,è un traditore.
Va detto,però,che in queste pagine non vengono minimamente risparmiate critiche anche ai WASP,cioè gli anglosassoni di antico retaggio,in pratica i laureati nelle più prestigiose università USA,persone che perpetuano il loro nome all'infinito,aggiungendo come segno distintivo il numero romano che stabilisca l'ordine di successione.
I vari personaggi vengono presi di mira con inusitata sottigliezza,vengono messe a nudo tutte le loro debolezze;i ricconi che vengono invidiati,e perciò imitati,dagli arrampicatori sociali,gente che vede nel danaro l'obbiettivi finale da raggiungere,e qui si vede benissimo come vengono calpestati i più deboli. Contemporaneamente mostrando i difetti e le debolezze dei super ricchi lo scrittore vuole indurre il lettore a vederli come esseri comuni,con il loro pregi ed i loro difetti.
In pratica Tom Wolfe parla di cose estremamente serie con sottile ironia ed una buona dose di sarcasmo.
Come quando viene narrato il mondo delle mostre di arte moderna,ambiente in cui
i ricchi vengono sapientemente manipolati da abili maneggioni,dove vengono indotti a spendere delle fortune per delle opere discutibili,di cui,ovviamente,non se ne capiscono.
Viene sapientemente spiegato il mercato delle false opere d'arte,che qui vengono copiate da un ubriacone di indubbio talento e smerciate da un oligarca russo che in quel mondo fittizio si è creato una reputazione,anche perché nessuno ha mai voluto indagare sull'origine delle sue fortune.
Viene anche evidenziata la pericolosità insita del mondo telematico,pericolosità che viene
ampiamente dimostrata dal fatto che pubblicando certe cose,al di fuori del proprio contesto,si può scatenare una caccia alle streghe con in minimo di fatica,ciò che l'autore sostiene è che in pratica la strumento è come un'arma,che in fin dei conti è un pezzo di metallo,la cui pericolosità viene stabilita da chi la maneggia.
Man mano che mi addentravo in questo intreccio di situazioni ho avuto,e non solo una volta,la sensazione di cogliere le atmosfere narrate dal compianto Ed Mc Bain anche lui abilissimo a cogliere le varie sfaccettature etniche dei personaggi,solo che lui narrava il melting-pot di una città come New York,posto in cui le varie etnie si sono fuse,mantenendo però l'orgoglio delle proprie origini.
IN SOSTANZA UN LIBRO DA NON PERDERE.
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Re: Il fattore coniglio - Antti Tuomainen
Con questo suo romanzo è il vero erede di Arto Paasilinna.
Ha creato il personaggio di Henric Koskinen,matematico attuario che apparentemente pare autistico.
Eredita da suo fratello un parco avventura e tutti i suoi debiti,ma lui non lo sa,contratti con degli strozzini.
È curioso il modo con cui si libera dei medesimi.
Una sua dipendente ,Laura Helanto,che gli suscita sensazioni a lui sconosciute.
È un po’ pesante all’inizio,ma ha una fine meravigliosa.
Da leggere comunque è veramente un piacere.
Il fattore coniglio - Antti Tuomainen
Con questo suo romanzo è il vero erede di Arto Paasilinna.
Ha creato il personaggio di Henric Koskinen,matematico attuario che apparentemente pare autistico.
Eredita da suo fratello un parco avventura e tutti i suoi debiti,ma lui non lo sa,contratti con degli strozzini.
È curioso il modo con cui si libera dei medesimi.
Una sua dipendente ,Laura Helanto,che gli suscita sensazioni a lui sconosciute.
È un po’ pesante all’inizio,ma ha una fine meravigliosa.
Da leggere comunque è veramente un piacere.
La mala erba - Antonio Manzini
Mai avrei pensato che Antonio Manzini potesse scrivere una tragedia.
L’ideatore del vice questore Rocco Schiavone trasferita dalla sua Roma
ad Aosta per motivi,tutto sommato,di giustizia personalizzata.
Ha scritto di Colle San Martino un paesino inventato del reatino.
Di Samantha,che ha in camera un poster di una donna-lupo,che essa stessa dopo mille peripezie diventa tale.
Di Cicci Bellè,un signorotto locale proprietario di quasi tutto il paese che fa il bello ed il brutto tempo di sua moglie sottomessa ed un figlio minus habens con un grave disturbo cerebrale.dei paesani quasi tutti fittavoli suoi,
di servi,nel senso spregiativo del termine di uomini che rimasti senza lavoro e che non sanno come tirare avanti,di uomini di poche parole e di semplice fede,di ragazzi che non si comportano bene.
E di un prete molto particolare.
Un libro molto interessante che si legge tutto d’un fiato.
Una sirena a Settembre - Maurizio De Giovanni
Ora sì che ho ritrovato la vera Gelsomina Settembre e non in quello schifo di fiction trasmessa dalla RAI,trasformata in una soap opera.
E sì che “I bastardi di Pizzofalcone” ed “Il commissario Ricciardi” erano abbastanza simili ai libri.
In questo libro,con il suo solito stile,Maurizio De Giovanni narra di Mina Settembre,Domenico Gammardella,chiamatemi Mimmo,il suo ex marito
Claudio De Carolis PM soprannominato “Il serpente” dai colleghi,il maresciallo dell’Arma Antonio Gargiulo,sua vittima prediletta di De Carolis,
Susy Rastelli “La sirena”,sua amante e buon ultimo Giovanni Trapanese detto Rudy,in onore di Rodolfo Valentino,tombeur de femmes,
pensa lui,alto centosessanta centimetri scarsi.
Poi parla anche delle tre amiche storiche,Delfina Fontana Solimena dei baroni Brancaccio di Altofonte,bassa e tarchiata tendente all’utilizzo del dialetto puteolano ed in cuor suo indicata per il ruolo di vaiassa a seconda dei ruoli.
Luciana detta Lulù,raffinata ed aristocratica,sussurra sembra una principessa senza esserlo. Greta,avvocato della upper class,esponente di lla Lulù,raffinata ed aritocratica,sussurra sembra una princpessa
senza esserlo. Greta,avvocato della upper class,esponente di professionosti
spregiudicati e d’assalto.
In sostanza un volume che si legge tutta d’un fiato.professionisti spregiudicati e d’assalto.
In sostanza un volume che si legge tutta d’un fiato.
Nella luce di un'alba più fredda - Hans Tuzzi
Hans Tuzzi,personaggio del romanzo L’uomo senza qualità di Robert Musil, è lo pseudonimo di Adriano Bon.
Questo scrittore è un vero erudito,nel senso che distribuisce sapienza e non saccenteria. .
Non mi meraviglia il fatto che il fu Umberto Eco l’abbia invitato a tenere un corso post universitario a Bologna.
Tuttora è docente universitario al master di editoria cartacea e multimediale nello stesso ateneo.
Ho letto tutti i suoi polizieschi,la trilogia di Neron Vukcic,prima di diventare Nero Wolfe in America e di Andrew Carnegie,ossia l’armatore del Titanic e vari altri. Devo dire che è molto interessante leggere i suoi libri,anche se occorre aver a portata di mano un notes per appuntare le parole desuete di cui abbondano i suoi libri,specialmente nella serie dedicata a Norberto Melis poliziotto a Milano.
È un pozzo di scienza anche come appassionato.delle religioni e della vecchia Milano.
Senza che i nomi,per quanto astrusi,dei suoi personaggi siano inventati,ma poi ci si accorge che non inventa nulla.
Comunque è un autore che leggo sempre molto volentieri,anche perché leggendolo c’è sempre qualcosa da imparare.
Re: Troppo freddo per Settembre - Maurizio De Giovanni
Ho guardato Mina Settembre in televisione e devo dire che è proprio tratta liberamente,molto liberamente.dai libri.
Di comico non c'è nulla e pare proprio una telenovela.
Mi chiedo come Maurizio De Giovanni accetti tutto questo.
Teresa Papavero e lo scheletro nell'intercapedine - Chiara Moscardelli
Ho trovato oltremodo divertente questo nuovo romanzo ed ha aggiunto
personaggi nuovi e ben descritti ai soliti amici di Strangolagalli.
Questo comune esiste davvero ed è in provincia di Frosinone.
Chiara Moscardelli descrive molto bene Giovan Battista Papavero,padre dell’eroina di questo romanzo,svanito e sicuro come il mitico comandante Eric Lassard interpretato da George Gaynor in Scuola di polizia,film del 1984
e pesca a piene mani dal film Psyco di Alfred Hitchcock del 1960 con il personaggio di Norman Bates
magistralmente interpretato da Anthony Perkins con risultati notevoli.
Ovviamente non spiego la trama del romanzo per non rovinare l’effetto sorpresa ai futuri lettori,però devo dire che nonostante il titolo ed i morti ammazzati l’autrice riesce a far divertire,e molto.
Ho letto tutti i romanzi della Moscardelli e devo dire che il personaggio più indovinato è Teresa Papavero,ipertimica
e contro,nonostante tutto,la sua stessa felicità.
Devo aggiungere che questo libro è stato scritto durante il primo,e speriamo ultimo,lockdown e che il parroco di Strangolagalli viene descritto come la speaker di Radio Maria,,il che è tutto dire.
Inoltre mi hanno colpito la pagine di ringraziamento,dodici,ho avuto l’impressione di sfogliare l’elenco telefonico.
Detto tutto ciò ribadisco che un libro da leggere assolutamente almeno secondo me,e penso proprio che vi divertirete.
La lista degli stronzi - John Niven
Con questo romanzo altamente pessimistico,ucronico e noir a tutto tondo
John Niven paventa un futuro americano tutt'altro che fantasioso,con un Donald J. Trump ancora presidente degli USA,che poi passa il potere alla figlia Jovanka,diventando in pratica una famiglia regnante,anche se di Jovanka non parla poi così male.
Futuro in cui la famiglia Trump fa il bello e brutto tempo in America,spalleggiati entusiasticamente dagli abitanti del midwest e dai bifolchi degli stati del sud. Predicando la paura al popolo e favorendo i più ricchi con calo delle tasse tirandoli naturalmente dalla sua parte e creando un buco astronomico nel debito pubblico
In un precedente romanzo “Maschio bianco etero” Niven fa dire al protagonista – mi appresto a sorvolare il ventre idiota dell’America - proprio l’America che ha favorito Donald J. Trump nell’ascesa al potere.
Insiste sul razzismo tipico degli ignoranti.coloro che non sopportano
i negri,i chicanos,gli ebrei e tutti coloro che non sono WASP.
Anche il canale Foxnews di proprieta di Rupert Murdoch non viene meno alle sue critiche,in sostanza è un’accusa al populismo e alla demagogia imperante tuttora nel mondo occidentale.
Populismo che scalda gli animi della gente comune facendo leva su chi è di diverso parere e orientamento,anche sessuale,è altrettanto vero che i cosiddetti duri e puri predicano bene e razzolano male.
Ambientato nel 2026 stigmatizza il potere della polizia grazie al Patriot Act.polizia che ha un comportamento simile a quello della famigerata Gestapo o Ovra,polizie tipiche del più becero nazifascismo.
Il protagonista di questo romanzo è un malato terminale di cancro che nella sua vita ha subito dei grandissimi lutti e pensa bene di sistemare le persone che gli hanno causato tanti guai. Cioè tutti coloro che hanno avuto dei vantaggi da Trump,cominciando dalla NRA, National Rifle Association, che ha avuto i suoi profitti armando di tutto punto i cittadini americani finendo con tutti gli altri.
Un romanzo che fa seriamente pensare e da leggere attentamente.
Troppo freddo per Settembre - Maurizio De Giovanni
Maurizio De Giovanni ha definito meglio i protagonisti di questo libro,evidenziando i caratteri e le caratteristiche di ogni singolo personaggio.
È anche e soprattutto un libro contro i pregiudizi,ahimé assai diffusi,e contro tutti gli stereotipi.
Ribadisce il suo amore per Napoli,città contraddittoria per eccellenza.
Ufficialmente è un poliziesco,non manca il morto ammazzato,però fa anche ridere assai e pensare.
L’eroina è in assoluto Giacomina Settembre,detta Mina,coadiuvata dal ginecologo Domenico
Gammardella,chiamatemimimmo e da un portinaio Giovanni Trapanese,in arte Rudy,entrambi innamorati anche se in modo diverso,della bellissima,ma lei non se ne rende conto,Mina,
L’assistente sociale del Consultorio Quartieri Spagnoli Ovest ( dell’est) non c’è traccia) Mina che parte per la tangente seguita da un candido Mimmo e salvati in extremis da Rudy.
Poi c’è Claudio De Carolis,magistrato e pure ex marito di Mina,coadiuvato dal marescillo dei CC Antonio Gargiulo
su cui sfoga tutto il suo sarcasmo a cui non sfugge pure il medico legale,dott. Blasi,proprietario di un paio di notevoli baffi che si succhia molto spesso.
C’è anche la madre,Concetta Settembre,che lei chiama il problema numero uno,il problema numero due è un “davanzale” che le amiche vorrebbero avere. Per finire le tre amiche di sempre,una avvocato penalista,Greta,
l’altra nullafacente,Lulu ed infine Delfina Fontana Solimeni dei baroni Brancaccio di Francofonte,chiattona e attrice insuperabile nei vari stratagemmi escogitati da Mina sempre animata dal sacro fuoco delle buone intenzioni.
Mina in questo libro paragona Mimmo a Kevin Costner,elencando i suoi film,mentre le sue amiche lo paragonano
ai fascinosi attori che preferiscono.
Spero proprio che Maurizio De Giovanni sforni altri libri con Mina & Co.perché una parentesi comica fa stare molto bene.
Da non perdere.
Anche le pulci prendono la tosse - Roberto Costantini
Mai titolo fu più azzeccato di questo.
Il libro offre uno spaccato di di vita italiana.
Ignavi ed accidiosi,vittime coscienti del sistema populista imperante,specialmente in Lombardia.
Gli “eroi” di questo libro sono quattro tipi che incarnano alla perfezione i vizi italici.
C’è lo strozzino istruito,c’è il personaggio tipo che pensa che le donne sono tutte puttane,fatta eccezione per la madre e le sorelle,c’è chi approfitta della,ahimè,diffusa ludopatia e c’è anche “l’ammanigliato politico” pronto a tutto le bassezze che il sistema permettee c’è anche un corollario di varia umanità,egoista,tipico frutto del qualunquismo imperante. Uno sfondo interessante è il romanzo di Manzoni “I promessi sposi” e la peste del seicento accostamento quanto mai indovinato alla nuova pestilenza del ventunesimo secolo.
Romanzo che un’insegnante cerca in tutti i modi di far studiare ai propri allievi e che con uno stratagemma curioso riuscirà ad interessarli.
Anzi spero proprio che da questo romanzo venga tratto un film e che venga trasposto anche sui social in modo che non solo chi legge libri ne sia al corrente ma anche chi non legge libri abbia uno stimolo al pensiero indipendente,che capisca che mandando il cervello all’ammasso qualche furbone,con pelo sullo stomaco,
ne approfitta volentieri.
È come dire alle masse “intellettuali dei miei stivali” certo di grande impatto mediatico,ma non occorre essere degli intellettuali per avere pensieri autonomi. Certo nel qualunquismo imperante queste parole parranno delle provocazioni,E SE NON LO FOSSERO?
All'inizio si chiede se si può scrivere un noir su questo scottante argomento,ma si può tranquillamente evincere che è possibilissimo.
Ottimo romanzo che induce a pensare.
Re: Dodici rose a Settembre - Maurizio de Giovanni
Io ho solamente sostenuto l'esistenza di una vena comica (che non immaginavo),
non ho messo in dubbio che De Giovanni non sapesse scrivere (e descrivere).
I personaggi,ed i vari comprimari,sono talmente surreali che mi ricordano un fumetto.
Dodici rose a Settembre - Maurizio de Giovanni
Mai avrei pensato che questo scrittore avesse in se una vena decisamente comica.
Per essere un giallo è un giallo,completo pure di morti ammazzati, ma l’invenzione di personaggi surreali,
ma verosimili è proprio degna di lui.
Innamoratissimo della sua città,che ne contiene innumerevoli altre,con tanta vita esaminata sotto tutti gli aspetti,anche i più scomodi.
In questo romanzo,edito da Sellerio,ha fatto capolino la vena decisamente umoristica di Maurizio de Giovanni.
Mi sono letteralmente scompisciato di risate leggendo le (dis)avventure di questi strampalati personaggi.
Gelsomina Settembre,detta Mina,assistente sociale,alle prese-anche- con i propri problemi personali;
Domenico Gammardella,chiamatemi Mimmo,ginecologo presso l’ufficio di assistente sociale di Mina e bello come Robert Redford con l’elenco dei suoi film.
Giovanni Trapanese,detto Rudy,perché convinto di essere identico a Rodolfo Valentino.
Il magistrato De Carolis,antipatico e presuntuoso,ma che alla fine risolve tutto,in un modo o nell’altro,
con colpo di scena finale degno di Maurizio de Giovanni.
Nel poliziesco viene egregiamente descritta la vita nei bassi ed altrettantobene vengono descritti i quartieri alti.
La comicità sprigionata da questi personaggi è un intrico di avvenimenti che definire esilaranti è dire poco.
Non mi dilungo oltre per non rovinare l’effetto sorpresa di chi non ha ancora letto questo libro.
Assolutamente da non perdere.
Polvere d'agosto - Hans Tuzzi
Bene ha fatto Corrado Augias,ne IL Venerdì del 19 iuglio 2019 ,a recensire questo libro come un pretesto di giallo.
In questo volume Hans Tuzzi dimostra di avere un'immensa cultura e di essere un degnissimo erede del compianto e rimpianto. Umberto Eco Descrive molto bene la famigerata "Milano da bere",che per digerirla ci voleva qualcosa di più potente dell'Alka Seltzer,e l'Italia del 1989 foriera degli attuali reggenti.
Mi è rimasta impressa una frase ucronica,il Trump della brianza,riferita all'archetipo del tycoon;solo che l'Italia
conta zero mentre gli USA no.
Il resto è un florilegio di termini desueti inseriti in un cotesto poliziesco.
L'autore fa parlare molto dottamente la compagna di Norberto Melis a capo della omicidi di Milano,
che sia una trasposizione?
Comunque è un libro da non perdere come tutti i suoi libri del resto,ci si fa una cultura.
E non è cosa da poco.
.
Barnaba il mago - Franco Di Mare
Un libro de leggere e soprattutto da capire senza alcun pregiudizio.
Un paesino che è uno spaccato dei vizi e delle virtù nazionali.
La messa in discussione delle credenze religiose e delle certezze attribuite alla religione.
Barnaba che compare in una notte piovosa in un (non troppo) immaginario
paese tra i Monti Lattari e la Costiera Amalfitana.
Barnaba il cui vero nome è Pierluigi Ghislandi di Bergamo,con una passione giovanile per la magia,
è invece un uomo ricco di suo che consiglia ed aiuta,gratuitamente,il prossimo.
Ovviamente si scatenano le autorità civili e religiose che non potendo nulla perché offre servizi gratuiti
cercano di screditarlo in altri modi.
L’autore di questo libro o è molto colto,o si è ben documentato,
offre un momento di profonda riflessione.
Il sindaco il cui nome è un ossimoro,le dotte spiegazioni fornite da un professore locale sull’etimologia del nome Barnaba.
Al parroco e all’esorcista che lo coadiuva,Barnaba per contraddire la reprimenda sui rituali da lui allestiti
e spiegati,chiede se i riti cattolici spogliati di ogni orpello farebbero lo stesso effetto sui credenti.
Ecco io a queste domande ci sono già arrivato,e gli altri?
Un libro come questo scritto da un giornalista che conduce Unomattina su Raiuno mi lascia alquanto,piacevolmente,perplesso e meno male che L’Indice religioso non esiste più altrimenti
non l’avrei mai letto..
Il libro non parla solo di religione,ma anche di politici che si buttano in quell’agone
per poter fare affari e non certo per tutelare il bene pubblico,anche se mascherano
il tutto dietro termini altisonanti,perciò poco comprensibili dalle masse.
Prima dell'alba - Paolo Malaguti
Questo libro è ambientato in parte sulla prima linea della Grande Guerra ed in parte su un omicidio
(esecuzione?) avvenuto nel 1931sulla linea ferroviari Roma Firenze Bologna Verona Brennero.
Nella parte inerente la guerra vengono narrati,senza enfasi,gli abusi e gli orrori a cui venivano sottoposti
i soldati semplici,in larga parte contadini e analfabeti,comandati da ufficiali,specialmente generali,
che non li consideravano uomini bensì carne da cannone,cioè sacrificabili.
I generali comodamente sistemati nella retrovie,come spiega molto chiaramente l'autore,
si limitavano ad imporre assalti per lo più inutili con l'ausilio dei carabinieri che sparavano
alle spalle ai soldati non particolarmente combattivi.
Più che altro poveri ragazzi che non avendo santi in paradiso dovevano,volenti o nolenti,
andare all'assalto,ubriachi, di un nemico altrettanto demotivato.
La parte di guerra viene narrata in prima persona da un veterano denominato solamente Il Vecio
il quale non si considera un eroe,ma solo un (fortunato?) sopravvissuto agli innumerevoli attacchi.
Quest'uomo poco più che trentenne,uno dei più vecchi al fronte,racchiude in se la rassegnazione,
tipica degli umili, del combattente,dell'insipienza dei comandanti,della macelleria della guerra,
delle decimazioni e delle esecuzioni assurde ordinate dai generali.
La parte riguardante l'omicidio del luogotenente generale della milizia fascista,Andrea Graziani,
interessa la questura di Firenze nella persona dell'ispettore Ottaviano Malossi,ex Ragazzo del '99,
incaricato di indagare su quella morte,incarico poi revocato da interessi superiori,
quando si è scoperta l'identità del cadavere.
Il corpo è stato sottratto ai normali accertamenti di legge da poliziotti dell'OVRA,la nostra Gestapo,
in base a ordini emessi dall'alto che preferivano un eroe morto ad un caso poliziesco.
Questo generale fu incaricato con pieni poteri,cioè poteva far fucilare a sua discrezione,
di rimettere in riga l'esercito allo sbando dopo la disfatta di Caporetto.
Pieni poteri di cui ha abusato con freddo cinismo.
Paolo Malaguti ha scritto un libro impeccabile sulla retorica della vittoria e su coloro
che ne hanno tratto vantaggi personali,millantando un eroismo che non era il loro.
Insomma un libro ben scritto e da leggere attentamente.