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Lacrime sottratte alla pioggia - Davide Lombardi

L’avvocato Francesco Facchetti è un personaggio fuori dalle righe. Meteoropatico, musone e spesso imbronciato, è una di quelle persone a cui bisogna prestare attenzione quando gli si comunica una notizia, onde evitare cambi di umore improvvisi. Ma ha anche un grande dono. Riesce a vedere i particolari, a leggere i volti dei propri clienti, a notare elementi che ai più sfuggirebbero, anche con l’aiuto di una lente di ingrandimento.

Nato dalla penna superlativa del chirurgo Davide Lombardi, desenzanese di origini ma bresciano di adozione, classe 1975, questo bizzarro avvocato è protagonista di una trilogia di romanzi pubblicati tutti – curiosamente – nel 2024 da Marco Serra Tarantola editore. “Camera chiusa in spazio aperto“, “Una classe maledetta” e “Lacrime sottratte alla pioggia” sono una saga degna di attenzione che amalgama personaggi diversi tra loro, con storie ispirate dall’attualità e dalla cruda realtà.

Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/trilogia-davide-lombardi/

Una classe maledetta - Davide Lombardi

L’avvocato Francesco Facchetti è un personaggio fuori dalle righe. Meteoropatico, musone e spesso imbronciato, è una di quelle persone a cui bisogna prestare attenzione quando gli si comunica una notizia, onde evitare cambi di umore improvvisi. Ma ha anche un grande dono. Riesce a vedere i particolari, a leggere i volti dei propri clienti, a notare elementi che ai più sfuggirebbero, anche con l’aiuto di una lente di ingrandimento.

Nato dalla penna superlativa del chirurgo Davide Lombardi, desenzanese di origini ma bresciano di adozione, classe 1975, questo bizzarro avvocato è protagonista di una trilogia di romanzi pubblicati tutti – curiosamente – nel 2024 da Marco Serra Tarantola editore. “Camera chiusa in spazio aperto“, “Una classe maledetta” e “Lacrime sottratte alla pioggia” sono una saga degna di attenzione che amalgama personaggi diversi tra loro, con storie ispirate dall’attualità e dalla cruda realtà.

Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/trilogia-davide-lombardi/

Camera chiusa in spazio aperto - Davide Lombardi

L’avvocato Francesco Facchetti è un personaggio fuori dalle righe. Meteoropatico, musone e spesso imbronciato, è una di quelle persone a cui bisogna prestare attenzione quando gli si comunica una notizia, onde evitare cambi di umore improvvisi. Ma ha anche un grande dono. Riesce a vedere i particolari, a leggere i volti dei propri clienti, a notare elementi che ai più sfuggirebbero, anche con l’aiuto di una lente di ingrandimento.

Nato dalla penna superlativa del chirurgo Davide Lombardi, desenzanese di origini ma bresciano di adozione, classe 1975, questo bizzarro avvocato è protagonista di una trilogia di romanzi pubblicati tutti – curiosamente – nel 2024 da Marco Serra Tarantola editore. “Camera chiusa in spazio aperto“, “Una classe maledetta” e “Lacrime sottratte alla pioggia” sono una saga degna di attenzione che amalgama personaggi diversi tra loro, con storie ispirate dall’attualità e dalla cruda realtà.

Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/trilogia-davide-lombardi/

La tomba del cane - Gian Luca D'Aguanno

È forse uno dei luoghi più curiosi della città per la sua architettura insolita e per quel nome difficilmente spiegabile: la Tomba del Cane. Appollaiato sul monte Maddalena, a due passi dal centro, ma in posizione sufficientemente elevata da sovrastare la città ed essere riconoscibile a distanza, il monumento caratterizza lo skyline cittadino da quando, nel 1860, fu costruito su progetto di Rodolfo Vantini per ospitare le spoglie (che mai vi furono deposte) di Angelo Bonomini. Proprio questo enigmatico cenotafio, con i suoi misteri, è il nucleo attorno a cui si sviluppa l’appassionante vicenda del nuovo romanzo di Gianluca D’Aguanno, “La Tomba del Cane” (Mannarino Editore, 2025), terzo capitolo della saga poliziesca del fascinoso Capitano Spadafora.

Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/tomba-del-cane-gianluca-daguanno/

La città esclusa - Giancarlo Zappa

La fiducia in un carcere “utile” è alla base del pensiero di Giancarlo Zappa, “il padre dell’ordinamento penitenziario”. Così lo definisce Monica Calli, presidente del Tribunale di Sorveglianza di Brescia, nell’introduzione alla nuova edizione de “La città esclusa” (Vannini Editrice, 2023), volume pubblicato in origine nel 2000 per la casa editrice La Quadra, in cui il magistrato analizza il rapporto tra comunità bresciana e questione carceraria nel XIX secolo, tracciando la propria visione del sistema penitenziario.

“Il carcere tradizionale, isolato, demonizzato, rifiutato era ed è l’università del crimine e rende così un pessimo servizio alla società”, sostiene Zappa che, dal 1987 al 1997, è stato responsabile della magistratura di Sorveglianza a Brescia. Per l’ordinamento erano anni di grande sperimentazione. Solo a partire dal 1975, infatti, l’esecuzione delle pene detentive iniziò a essere sottoposta alla vigilanza di un magistrato a tempo pieno, con una prima apertura concreta alle misure alternative al carcere.

La ristampa de “La città esclusa”, curata da Silvana Bini e Claudio Cambedda, riporta all’attenzione che merita il pensiero di Giancarlo Zappa, a testimonianza di una fase storica in cui la piena attuazione all’articolo 27 della Costituzione era un obiettivo condiviso da ampi segmenti della magistratura e delle istituzioni. La pena, intesa come “fatto sociale” e finalizzata alla rieducazione, appariva un traguardo possibile, da rivendicare nell’interesse dell’intera comunità. A distanza di anni, quella stagione sembra irrimediabilmente conclusa. Eppure le esigenze che la muovevano rimangono intatte anche nell’Italia di oggi, così come le criticità umanitarie e logistiche del sistema carcerario.

Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/la-citta-esclusa-giancarlo-zappa/

Quaderno proibito - Alba de Cespedes

De Cespedes ci racconta con una scrittura chiara, precisa, quasi chirurgica la storia di una donna prigioniera della gabbia di ruoli figlia, moglie e madre. Valeria, la protagonista, intravede uno spiraglio di fuga, a un certo punto, ma non riesce a trasformarlo nella porta da varcare per darsi una possibilita' di vita diversa e meno incastrata dal sacrificio per gli altri. Bella la descrizione del contrasto tra la protagonista bloccata nella sua fuga da se stessa e la figlia che a gran voce reclama e si adopera per una vita diversa. Il titolo si spiega con il quaderno su cui Valeria inizia a appuntare i suoi pensieri e, vedendoli nero su bianco, inizia a pensare a una vita diversa. Quando rinuncera' a questa poissibilita' di vita, rinuncera' anche al quaderno, quasi fosse quello a farle desiderare una vita diversa.

In viaggio con Erodoto - Ryszard Kapuscinski

Libro del mese per un bookclub, iniziato con molti dubbi, Kapuściński mi ha totalmente stregata e sono molti i passaggi che ho segnato e trascritto; Giovane apprendista giornalista che sogna l'Occidente, Kapuściński viene prima mandato in India in cui cerca di apprendere usi e costumi, accorgendosi che non si sta confrontando con una nazione ma con diverse nazioni e che neppure l'apprendimento della lingua inglese, che all'inizio neppure conosce, avrebbero mai potuto aprirgli le porte dell'India. Dall'India alla Cina, e poi all'Africa, Come navigare tutte queste realta', come stare a galla? Kapuściński si affida a Erodoto, il primo vero storico; cosi' accanto all a Grande Muraglia scorrono le immagini di Troia e di Elena, di Dario, e di mille altri eroi e eroine. E le avventure e le storie narrate da Erodoto illuminano quelle vissute da Kapuściński stesso, con una verita' lampante che man mano gli si chiarisce e che forse dovrebbe illuminarci e guidarci tutt'oggi: il passato non esiste, esistono solo le sue infinite versioni.

L'occhio del gufo

Stavolta parto da quello che solitamente lascio per ultimo perchè non voglio dare un messaggio errato, più enfatizzato del dovuto, dirò infatti che non è un brutto libro, non me la sento di sconsigliarlo e spero parlandone di non ingigantire le pecche che ho avvertito, ma dirò anche che c'è di meglio, e non di poco.
E' uno di quei libri che pur funzionando danno la sensazione non netta ma costante di un qualcosa che non va. Lo stile di scrittura è asciutto e scorrevole, non si perde in fronzoli ma neppure in belle descrizioni piene, vien detto quel che c'è da dire e avanti. Non apprezzatissimo ma ok, ci sta. L'ambientazione è accennata, si sa di una capitale o un qualche centro di potere, e del piccolo villaggio dove si volge la vicenda, sufficiente per comprendere il dove e il perchè ma non aggiunge una virgola di più. Anche questo passi, peccato ma ok. L'idea di base della trama non è male, però c'è solo quella, ci sono accenni con cui si capisce che i personaggi sono di più di quel che sembrano ma la narrazione è limitata totalmente alla questione principale e potrebbe anche starci, mi è già capitato di leggere libri con una trama definiamola circoscritta ma avvincenti, il problema è che questo non è uno di quelli: la storia procede in maniera lineare, le scene danno la costante sensazione di già vissuto, azioni e conseguenze sono prevedibili, quasi un fanno quel che fanno perchè nelle avventure si fa così. Pure il colpo di scena finale è un colpo a salve, quasi non interessa perchè non ribalta realmente il punto di vista con cui guardare la vicenda, dice solo che è ancora tutto in gioco. Ma ok, mi accontento. I personaggi sono carini, alcuni anche interessanti devo ammettere, il problema vero sono i dialoghi: troppe volte mi sono balzati all'occhio come artefatti, sentivo parlare non i personaggi ma l'autore che li usava come per dare enfasi alla scena anziché per dare vita alle loro emozioni e ai loro pensieri, ed è questo che ha rovinato molto la mia esperienza, più del resto questo percepire finto quel che leggevo.

Re: I miei stupidi intenti - Bernardo Zannoni

"I miei stupidi intenti" di Bernardo Zannoni è un romanzo che riesce a essere sia profondo sia filosofico pur partendo da una premessa insolita: la voce narrante è una faina. Archy, questo il nome del protagonista, si interroga sulla vita e sulla morte in un mondo animalesco che, però, somiglia terribilmente al nostro.

Il viaggio di Archy è un percorso di crescita doloroso, che parte con un abbandono, e che poi prosegue attraverso inganni, apprendimenti e scoperte che riflettono i dilemmi umani più universali. C’è un’atmosfera fiabesca, ma si tratta di una fiaba oscura, che non si fa troppi problemi a mostrare la brutalità della natura (sia umana sia animale).

"Non vivevo un momento così sereno da quando avevo ucciso la gallina. Senza dubbi, o domande. Il presente era ritornato ad essere il mio mondo per qualche attimo, e fuori da quello, il nulla. Ero un animale. Ero felice."

Archy, imparando a leggere e a scrivere, si rapporta a quei concetti astratti che lo separano sempre più dagli altri animali e lo avvicinano al mondo umano. Ma il prezzo della conoscenza ha anche una duplice condanna: da una parte rende la sua storia profondamente malinconica, dall’altra lo espone a una sofferenza maggiore. Per certi aspetti, Archy ricorda la Creatura di Frankenstein. Entrambe le figure si trovano in una condizione liminale di consapevolezza acquisita che, paradossalmente, non facilita la loro integrazione ma ne accentua l’isolamento. La Creatura, dopo aver appreso autonomamente il linguaggio e la lettura, viene respinta con orrore dalla società umana; analogamente, Archy sperimenta l’abbandono quando viene allontanato dal suo nucleo familiare. In entrambi i casi, l’acquisizione della conoscenza non conduce all’accettazione ma a una dolorosa consapevolezza della propria condizione.

Per leggere la recensione completa: https://bookivora.com/2025/05/08/i-miei-stupidi-intenti-lesistenzialismo-secondo-una-faina/

Un matrimonio americano - Tayari Jones

Un romanzo corale in cui diverse voci raccontano l'amore e la sua fine. Interessanti i vari temi toccati: la paternita', la giustizia sociale, il razzismo verso gli afro americani, la casualita' della vita. Affascinante

Re: I miei stupidi intenti - Bernardo Zannoni

Un esordio di un giovane autore davvero brillante. La storia della faina Archy e dei personaggi che gli girano attorno e' affascinante: lo scontro tra vita e morte, essere animale e essere umano, istinto e ragione sono raccontati in un'atmosfera fiabesca che molto mi hanno ricordato le favole di Esopo. Bellissima riflessione sul potere della scrittura e mi sono commossa alla scena di Archy sorpreso a guardare i piccoli del suo amico e a piangere al ricordo dei suoi figli. Uno dei piu' bei libri letti in questo 2025 ad oggi.

Ti ho dato gli occhi e hai guardato le tenebre - Irene Solà

Fulminante: ho adorato questa saga familiare tutta al femminile, le protagonsite sono sia angeli che diavolesse, il bene e il male si intrecciano indissolubilmente in ognuna di loro, le loro vidende sono presentate non in una sequenza cronologica ma in un vortice, sullo stesso piano. Questo puo' rendere la lettura a tratti impervia, ma se si riesce a superare questo ostacolo, la scrittura avvolge e coinvolge. Credo siano proprio la scrittura quasi sincopata e la scelta della presentazione non cronologica a rappresentare gli elementi piu' strepitosi di questo romanzo. Alcune delle protagoniste ti restano attaccate addosso: io ancora penso a Dulca, la capretta e al suo destino e a Bernadeta.

R: L' amore graffia il mondo - Ugo Riccarelli

Letto all'interno del club del libro della Biblioteca di Chiari (Bs), ho trovato il testo noioso. La storia e' poco avvincente e abbastazna scontata: una ragazzina con un talento nella creazione di vestiti non riesce a usare e far fiorire il suo talento principalmente per via dell'impegno di moglie e madre. Se la storia e' gia' sentita, anche la scrittura e' piatta e poco coinvolgente.