Rete Bibliotecaria Bresciana e Cremonese

Mi era stato anticipato che questo libro non fosse il classico thriller di Joël Dicker, e posso confermarlo. Sebbene manchi l’elemento thriller tradizionale, la suspense presente riesce a catturare l’attenzione del lettore, proprio come nei suoi precedenti lavori. Dicker, un autore di indiscutibile talento, ci offre una trama ricca di colpi di scena, intricati legami e continui salti temporali, che esplora le profonde connessioni tra il passato e il presente di due famiglie, entrambe con segreti significativi da nascondere.

L'intento di Dicker di rivelare che ogni famiglia cela dei misteri si scontra con la tendenza a esagerare le esperienze dei personaggi. Mentre gli eventi individuali possono sembrare plausibili, la loro accumulazione può far sollevare qualche sopracciglio. Ogni personaggio si ritrova infatti con molteplici segreti e identità nascoste, creando curiosità ma anche qualche dubbio sulla necessità di tale complessità. Personalmente, però, ho trovato l'intreccio avvincente.

Le storie delle famiglie Braun e Liègean si intrecciano in un gioco di ossessioni, spionaggio, amore e inganni. I personaggi si rivelano gradualmente come figure sfumate, abbandonando le loro facciate iniziali. Questo crescendo di tensione inizia fin dalle prime pagine e si intensifica man mano che la storia si sviluppa.

Lo stile di Dicker è sempre fluido e accessibile, permettendo una lettura scorrevole. Le transizioni tra presente e passato sono abilmente gestite, facilitando l’inserimento di numerosi eventi all’interno della narrazione. I fan di Dicker potrebbero sentire la mancanza di un’analisi psicologica profonda dei personaggi, ma apprezzeranno sicuramente il suo stile distintivo.

Particolarmente significativa è la metafora dell’animale selvaggio, che rappresenta i personaggi costretti a vivere in una realtà perfetta ma ingannevole, incapaci di reprimere i propri istinti. Come per ogni romanzo di Dicker, consiglio vivamente questa lettura!