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آخر رسائل المنتدى

Re: Il peso della farfalla - Erri De Luca

Questo è un libro ruffiano. Racconta la storia di un bracconiere che uccide la madre di un piccolo camoscio, costringendolo a svezzarsi da solo, crescendo lontano da un gruppo di riferimento e nell'anarchia più totale, Ma facendo di lui un esemplare unico per stazza, furbizia, e istinto di sopravvivenza. Ricongiungendosi ai suoi simili, diventa senza troppi problemi il capogruppo e godrà dei diritti che spettano al re. E il nostro re camoscio crescerà e invecchierà senza dimenticare il vecchio bracconiere. Ne riconoscerà la sua presenza e il suo odore. L'odore che ognuno di noi si porta appresso inconsapevolmente. E qui la storia diventa ruffiana. Entrambi, il re e il vecchio, sentono che sono giunti al capolinea: il passo diventa malfermo, il senso dell'equilibrio cala. Tutti segni che per entrambi significano che la fine è imminente. E qui si recita l'ultimo atto, lo scontro finale.
Dove entrano in gioco il perdono, la tenacia e la stronzaggine.
70 pagine in puro stile Erri de Luca, con quella prosa quasi sgrammatica che però ti avvicina ai protagonisti, seduti su sedie impagliate e un bicchier di vino appoggiato sul tavolo.

Chiosa: ho abitato una decina di anni a pochi km da Gardone Val Trompia, terra di cacciatori di uccelli con ogni metodo violento: fucile, archetti, reti. Pare che il 98% degli uomini praticasse quel cosiddetto sport. Me ne andavo in giro con affissi sulla macchina adesivi della LIPU, della LAC. Speravo in una rissa ma non successe mai nulla. Qualcuno disse che i non cacciatori erano sprovvisti dei... Tutto qui.

Mani nude - Paola Barbato

Mani nude
di Paola Barbato

Questo romanzo rappresenta il terzultimo tassello della produzione letteraria di Paola Barbato che mi resta da esplorare prima di poter affermare di averne completato la lettura. Il suo stile narrativo mi affascina profondamente. Ho avuto il piacere di fruirne attraverso Audible e ho faticato a distogliere l'attenzione, tanto è stato avvincente e, al contempo, carico di angoscia e momenti di insopportabile tensione. La trama si rivela coinvolgente, culminando in un finale del tutto inaspettato.

Grazie alla magistrale interpretazione di Pierpaolo Tesoro, mi sono ritrovato catapultato in un universo parallelo, un oscuro e sanguinario mondo criminale. La suspense è palpabile; sebbene non si tratti del capolavoro assoluto dell'autrice, che stimo profondamente, sono certo che i suoi estimatori non rimarranno delusi.

Essendo anche un appassionato di Dylan Dog, di cui Paola Barbato è una delle talentuose illustratrici e scrittrici, mentre ascolto le sue opere non posso fare a meno di pensare a Matteo Bussola, suo marito, altrettanto celebre e autore di numerosi volumi di genere differente.

Mi sento in dovere di raccomandare questo libro di 432 pagine, pubblicato nel febbraio del 2019, a tutti gli amanti del genere. Come sempre accade, ci saranno lettori che ne saranno entusiasti e altri che potrebbero non apprezzarlo; personalmente, non posso che esprimere un giudizio positivo su ogni sua opera. Infine, ma non per importanza, è fondamentale sottolineare che si tratta di una scrittrice italiana: sia lei che suo marito sono motivo di orgoglio per noi nel nostro piccolo.

Con Mani nude ha vinto il Premio Scerbanenco.
E non è poco!

Come musica azzurra - Francesca Scotti

--- Recensione di Katiuscia Rigogliosi per Brescia si legge ---

«Erano soltanto parole, le parole? […] Le parole sono sempre pietre o pugni, graffi o carezze, mani protese o cappi al collo, erba su cui camminare tranquillamente oppure bombe appena innescate. Lo sono sempre state e sempre continueranno ad esserlo.» (Francesca Scotti, “Come musica azzurra”, p. 37)

Siamo giunti, purtroppo, alla fine: “Come musica azzurra” (Edikit, 2024), quarta opera dell’autrice bresciana classe 1991 Francesca Scotti, è infatti il capitolo finale della saga, composta da quattro libri collegati tra loro ma autoconclusivi (cioè leggibili singolarmente), che racconta attraverso quasi un secolo di storia le vicissitudini di una famiglia bresciana verosimile, quella dei Fontana.

Iniziata con “Figli della lupa”, l’imponente romanzo storico d’esordio che copre un arco di tempo che va dall’avvento del fascismo al secondo dopoguerra, e proseguita con “Vento porpora” (una sorta di prequel che racconta l’inizio della saga familiare, dalla fine dell’Ottocento al 1931) e “La fedeltà dell’edera” (che unisce la Brescia degli anni Cinquanta al dramma delle foibe e dell’esodo istriano), la saga della Famiglia Fontana giunge a compimento affrontando con la consueta maestria il periodo storico caratterizzato dalla Strage di Piazza della Loggia.

Come nei capitoli precedenti, anche in questo suo ultimo lavoro Francesca Scotti riesce infatti non solo ad essere precisa nel raccontare fatti e particolari di avvenimenti, ma riesce anche a farli rivivere attraverso gli occhi dei testimoni. Trasmettendo l’angoscia e la paura, ma anche la rabbia e la sete di giustizia, l’autrice rende attualissimi eventi, movimenti e visioni del mondo passate, riuscendo in poco più di 200 pagine a narrare un ventennio di storia senza annoiare il lettore e tenendo alta l’attenzione anche in momenti in cui la mente direbbe so già cosa è accaduto. Il tutto accompagnato in maniera magistrale dalla migliore musica rock di quegli anni: ogni capitolo comincia infatti con una piccola citazione di una canzone tratta dall’album “Strange days” dei The Doors – gruppo amato da una delle protagoniste del romanzo.

Continua qui: https://www.bresciasilegge.it/come-musica-azzurra-francesca-scotti/

Un solco profondo - Marco Bencivenga

Le brune alpine sono vacche resistenti, le più adatte ai pascoli in altura. Il loro latte, ricchissimo di grassi, è perfetto per la produzione di formaggi, merce redditizia e garanzia di sostentamento per generazioni di malgari. Accade anche a Vigolo, piccolo borgo di montagna sulla sponda bergamasca del lago d’Iseo, dove a metà del Settecento vivono Giovanni Maria Bettoni e Maria Bettoni (stesso cognome e nessun legame di parentela, come accadeva di frequente nella provincia dell’epoca). Dal loro matrimonio, celebrato nel 1775 nella chiesa parrocchiale, nasce Benigno. Da ragazzo viene soprannominato Begni ostér perché, invece che lavorare in malga, decide di aprire un’osteria. Un’eccezione alla regola che vuole i Bettoni agricoltori e allevatori. Se le radici sono nelle Prealpi bergamasche, il futuro però è in pianura. È Giovan Battista Bettoni, negli anni Venti del Novecento, a percorrere le rotte della transumanza fino a Castrezzato, nel Bresciano. Al seguito ha la piccola mandria, ovviamente di brune alpine, e quel desiderio di riscatto che è nel DNA di famiglia. Con il trasferimento nella Bassa inizia una storia umana e imprenditoriale che abbraccerà tre province. Una storia che, nell’arco di tre secoli, accompagna i mutamenti del mondo agricolo e lo sviluppo, a tratti impetuoso e pieno di contraddizioni, di un intero Paese.

Generazione dopo generazione, la famiglia Bettoni ha tenuto fede allo spirito degli avi vigolesi, sperimentando il cambiamento e mediandone le contraddizioni. Il risultato è una storia corale che tiene insieme personalità forti e differenti, accomunate da caparbietà, pazienza e capacità di visione. Dipanarne gli intrecci e riannodarne i fili è una sfida complessa. La raccoglie il volume “Un solco profondo. Nei frutti la storia della famiglia Bettoni” (Compagnia della Stampa), scritto da Marco Bencivenga, scrittore e giornalista, già direttore de “La Provincia di Cremona” e caporedattore di “Bresciaoggi”.

Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/un-solco-profondo-famiglia-bettoni/

Colourful - Iris Apfel

"Di che colore è la felicità?"
Che ventata di gioia e di ottimismo e che grande lezione di vita, questa icona di stile 102nne, innamorata dei colori e del Barocco!

Un libro pieno di vitalità ed entusiasmo, con moltissime fotografie personali, e delle creazioni e delle collezioni di gioielli, stoffe, arredi di Iris Apfel.

Consigliato vivamente agli amanti del colori e del design, ma anche a chi si sentisse giù di morale: rallegra!

Re: Tatà - Valérie Perrin

Elegantemente francese, originale, ben scritto, una lettura che spiace finire e che verrà ricordata per molto tempo.
Si riscopre il desiderio di leggere all'infinito e le ore non contano, il mondo è fuori e noi dentro il romanzo, bello!

Ballata per Sophie - testi Filipe Melo

Questo fumetto fa un dono molto importante al lettore: quello della vita, attraverso l’umanità del protagonista e di chi lo circonda in tutta la sua completezza, attraverso un punto di vista, la "musica" che permea ogni aspetto della narrazione, è il motore che spinge all’azione, lo sfondo su cui si muovono i vari personaggi.
Fino alla consapevolezza che bisogna sempre andare avanti, nonostante i dubbi e le domande che ci schiacciano.

La montagna nel lago - Jacopo De Michelis

Montisola, «l’imponente massa verde cupo» che occupa il centro del lago d’Iseo, è un luogo dove «proverbialmente non succede mai nulla». Ma sul finire dell’estate del 1992, l’efferato omicidio dell’uomo più ricco del paese dà avvio a una serie di indagini che porteranno alla luce fatti terribili avvenuti sull’isola durante gli anni della Repubblica di Salò.

Dopo “La stazione” (Giunti, 2022), Jacopo de Michelis, editor presso Marsilio Editori e docente di narratologia alla NABA di Milano, torna in libreria con “La montagna nel lago” (Giunti, 2024). Una storia di amicizia, di legami familiari, di frustrazioni legate alla vita di provincia e soprattutto un thriller ipnotico in cui misteriose vicende che potrebbero essere vere si intrecciano alla realtà storica dell’isola lacustre più grande d’Europa.

Trovate qui la recensione completa di Brescia si legge: https://www.bresciasilegge.it/la-montagna-nel-lago-jacopo-de-michelis/

La monogamia dei calzini - Giulia Pretta

“La monogamia dei calzini” ha il potere di scuotere forte chi lo legge, comunicando sia il dolore sia l'amore della coppia protagonista, soprattutto, e anche delle persone a loro vicine, testimoni e partecipanti secondari della loro vicenda. Tra le righe degli episodi raccontati, che attraversano tutti gli anni del rapporto di Alice e Alberto, ho trovato sei delle sette fasi del lutto: shock e incredulità alle prime avvisaglie; la negazione all'arrivo dei primi accertamenti; la rabbia in un'anta spaccata e nell'aggressività improvvisa e sconosciuta; la contrattazione tremenda e terribile di un accordo per rispettare l'identità e la vita di entrambi; la depressione nella perdita progressiva della memoria, delle facoltà, di un futuro insieme; e l'accettazione quando alcune condizioni si verificano ed è il momento di agire. Non ho percepito durante la lettura la speranza e la ricostruzione che dovrebbero caratterizzare l'ultima fase, però le ho rilevate un po' nella postfazione e ripensando al volume scritto come una sorta di catarsi. A libro concluso, mi è rimasta una forte sensazione mista di angoscia, gratitudine, consapevolezza e timore, perché se c'è una cosa che mi ha sempre spaventato è la perdita del sé, mia o di persone a me care, e forse per questo scelgo volutamente di leggere ogni tanto romanzi che trattano il tema (come “Non dimenticare i fiori” di Kawamura Genki), per formare una sorta di armamentario letterario a cui spero di non dover mai ricorrere. Se non è facile leggerne, figuriamoci scriverne. Per questo, un doveroso e grande riconoscimento all'autrice del libro, Giulia Pretta, per il coraggio, la volontà e il rispetto che è stata in grado di dare ai suoi protagonisti (sia della persona malata verso la caregiver sia viceversa) e per la sofferenza che ha deciso di condividere. A livello di stile, gli elementi centrali sono i dialoghi; ci sono pochissime descrizioni, volte più a supportare lo scambio di battute tra i personaggi, e ne ho sentito un po' la mancanza. Ho apprezzato l'idea di ambientare ogni capitolo in una stanza diversa riportando una bozza della planimetria; credo tuttavia sarebbe stato più efficace rappresentare come anche ogni stanza sia stata colpita dal tempo e dalla malattia, mostrando i cambiamenti fatti e narrati nel testo (come i fornelli a induzione invece che a gas). Le parti sui giochi di ruolo (specialmente all'inizio, quando la storia non ha ancora preso), risultano un po' lunghe per chi non è avvezzo, però comprendo siano fondamentali per la storia.

Tokyo higoro : giorno per giorno / Taiyo Matsumoto. 3

ll Sensei questa volta sceglie di raccontare il mondo dell’editoria giapponese, un settore che sempre più, anno dopo anno, continua a sfornare un numero crescente di opere, puntando sempre più sulla quantità rispetto alla qualità, decisione che porta i Mangaka sia emergenti che veterani, a subire una pressione immensa, in quanto se vendi poco, non importa quanta passione e dedizione tu metta, risulterai sempre essere l’ultimo carro che prima o poi verrà abbandonato e sostituito da qualcuno che magari avrà meno talento, ma che sa stare al passo con la frenesia di questo mondo.
Tokyo Higoro è un’opera di straordinaria bellezza, la delicatezza che contraddistingue il maestro Matsumoto rende l’opera speciale in tutte le sue fasi, perché ci fa scoprire il mondo sommerso dietro alla lavorazione dei manga che noi lettori tanto amiamo.